Per gli appassionati
della storia del costume, ma anche di storia in generale, è in scena a
Palazzo Morando la mostra “Momenti di moda”, che racconta
l’emancipazione femminile attraverso il linguaggio della moda.
Il
percorso espositivo, che abbiamo trovato affascinante e molto
interessante, si snoda in sette tappe nelle sale dell’Ala Nuova.
La
mostra inizia con la celebrazione del “busto”, un capo considerato
fondamentale nel secolo scorso, la cui eliminazione ha segnato il primo
passo verso l’emancipazione femminile.
Bellissimi i vestiti degli
anni Venti, indossati con leggerezza da giovani donne disinvolte. Così
racconta la targa davanti ai vestiti: “L’icona degli Anni Venti era
infatti una ragazza emancipata, androgina, con i capelli à la garçonne,
la cloche (n.d.r.: il tipico cappello delle flappers negli anni ’20)
calata sugli occhi truccati, la gonna sempre più corta a mostrare le
calze e le scarpe. Per lei la moda creò abiti adatti al movimento, allo
sport e al ballo: la tunica diritta e il vestito in sbieco……”.
Dagli
anni ’20 si passa ad ammirare gli abiti eleganti degli anni ’30, per poi
scoprire la moda espressa durante le difficoltà dovute alla seconda
guerra mondiale e procedere con la grande sartoria degli anni ’50.
Il
percorso si conclude con la nascita del prêt à porter italiano degli
anni ’70 e una salopette scelta come simbolo delle mode giovanili del
periodo.
Bellissime anche le copertine delle riviste di moda, che attraversano il corso degli anni.
Poi,
se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di visitare anche
l’esposizione permanente del museo, dedicato per buona parte a Milano.
Sia Palazzo Morando che la mostra sono ad ingresso gratuito.
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