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domenica 25 settembre 2022

Kilometro zero: l’amor cortese al Casino di caccia Borromeo di Oreno.

A pochi chilometri da Milano si trova questo splendido Casino di Caccia. In occasione della manifestazione “Ville Aperte in Brianza” (dal 17/9 al 2/10) oggi siamo andati a visitarlo e l’aspettativa è stata ampiamente soddisfatta.
Lunga è la sua storia, narrata dalla nostra guida durante la visita. 

Nel Post troverete una breve descrizione generale. Mentre qui di seguito una breve descrizione su quanto appreso dalla guida riguardante il ciclo di affreschi.


Il ciclo di affreschi quattrocenteschi sono stati riscoperti nel 1927 dal conte Gian Carlo Borromeo proprietario dell’edificio e si tratta di una delle più preziose testimonianze della pittura di soggetto profano della seconda metà del Quattrocento, conservatasi in Lombardia.
I dipinti  si susseguono senza interruzioni su tutte le pareti della stanza, che presenta anche un grande camino.
Gli affreschi rappresentano varie scene di vita dell’epoca: il “cavaliere accolto nel giardino d’amore”; le dame che indossano eleganti “pellande” e vestiti dell’epoca; immagini di caccia di vario tipo, la “caccia alla tesa”, cioè lo stagno dove si allevavano anatre, gru e aironi, la caccia al falcone e la caccia all’orso.
Questo lungo dipinto venne realizzato verso il 1460 da un pittore di cultura gotico internazionale, influenzato dai modi di Pisanello e del Maestro dei giochi Borromeo, l’autore del ciclo pittorico di Palazzo Borromeo a Milano.

L’intero affresco sprigiona grande raffinatezza ed eleganza, noi come tutti i partecipanti ne rimaniamo affascinati. Si presuppone che l’affresco sia stato commissionato in occasione di un matrimonio, oppure che l’edificio fosse il luogo per incontri “cortesi” tra dame e cavalieri, nel quale si svolgevano momenti di “relax” intorno al tepore del camino. Ma di tutto questo non vi è certezza.

Per concludere, una delle cose che salta all’occhio prima di entrare nel cortile del Casino di caccia è una targa in cui si apprende che Leonardo da Vinci ha frequentato questi luoghi e che proprio qui ha incontrato per la prima volta il “Salaì. 



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