Finiti i lunghi lavori di restauro, finalmente è tornata a risplendere la Galleria del Corso di Milano che collega Corso Vittorio Emanuele a Piazza Beccaria.
In questi giorni l’abbiamo attraversata godendo della visione della favolosa cupola di vetro dell’ottagono centrale.
La sfida più grande è stata quella del restauro delle copertura in ferro e vetro, dove sono stati sostituiti 1.420 vetri ognuno dei quali diverso per dimensione e disegno.
La Galleria, risalente al 1923, vide numerose lavorazioni fino alla sua finalizzazione nel 1935 e nonostante sia stata inizialmente criticata per l'aspetto considerato tozzo e sgraziato, fu da sempre luogo di ritrovo e di passeggio.
La Galleria del Corso è stata anche la “galleria del cinema”, perché vi si trovavano ben sei cinema/teatri molti dei quali nei vastissimi spazi interrati.
Tra le targhe, una di rilievo la potete vedere all’ingresso da Piazzale Beccaria, quella della “D’Anzi editore”, una società legata a Giovanni D’Anzi, musicista e compositore di grande successo. D’Anzi si esibì, tra l’altro, nei sotterrai del teatro Trianon, dove nel 1935 per la prima volta presentò la canzone che sarebbe diventata l’inno di Milano: “O mia bella Madonnina”.
La galleria del Corso misura 85 metri in lunghezza è larga 10 e l’altezza supera al culmine del lucernario i 30 metri
Molto bella l’entrata da Piazzale Beccaria dove in alto, sopra all’arcone d’ingresso, troviamo due eleganti nudi femminili dall’aspetto slanciato e moderno, tipico dello stile degli Anni Trenta, a cui appartiene anche l’espressione volitiva, sottolineata dalla forma accentuata della mascella.
Nelle vicinanze ecco una lista di luoghi che vale la pena di visitare.
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