L’ispirazione l’abbiamo avuto dalla lettura di documenti sull’Ecomuseo “Adda di Leonardo”. Un museo a cielo aperto, immerso in uno scenario naturale mozzafiato, caratterizzato dal susseguirsi di alcuni edifici di archeologia industriale più belli d’Italia, come la centrale idroelettrica Carlo Esterle a Cornate d'Adda, o la Centrale idroelettrica Taccani a Trezzo sull’Adda ambedue ancora funzionanti.
Bello pensare che Leonardo da Vinci fu frequentatore di questi luoghi e che lasciò numerose citazioni di questo territorio nei suoi scritti. Ma non solo, fu talmente affascinato che prese ispirazioni per immortalare alcuni elementi di questi paesaggi in uno dei suoi dipinti più celebri, La Vergine delle Rocce.
La nostra gita è iniziata a Imbersago con la splendita visione del porticciolo, dove si trova il traghetto di Leonardo che collega la sponda lecchese con quella bergamasca.
Il suo funzionamento è geniale. Il manovratore agisce su un cavo teso che congiunge le due rive per imprimere all’imbarcazione la spinta iniziale. La forza della corrente contro lo scafo genera un moto laterale tale per cui si effettua la traversata.
Bellissima la passeggiata lungo la sponda del fiume, ricca di papere, cigni e ogni tipo di fauna. Incredibile pensare che un tempo queste acque erano ricche anche di gamberi. Gli squisiti gamberi di fiume erano comunissimi in Lombardia al principio del secolo e, come raccontano i nostri nonni, era famoso un ometto che girava per Milano col suo paniere, lanciando il fatidico grido “gamber del Lamber”. Una peste, più draconiana di quella dei Promessi Sposi li distrusse quasi tutti tra il 1920 e il 1930.
Il resto dell'itinerario ve lo lascio scoprire nel Post che gli ho dedicato.
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